Sotto alla Corona
- The Queen Father
- Se avete voglia di parlare o se sentite che qualcosa che scrivo vi tocca da vicino, non siate timidi e mandatemi due righe... Scrivete a thequeenfather@me.com Mi fa sempre piacere!

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Ciao a tutti!
Scusate per il mio prolungato silenzio, ma casa mia è stata trasformata in un ospedale di recente. Ho un marito e un figlio, entrambi a letto con l'influenza, una tonnellata di shopping natalizio ancora da fare e due gatti che mi odiano perché continuo a dimenticare di comprare le loro crocche preferite. Quindi perdonatemi se ho un po' trascurato questo mio blog ..... Nel post seguente, vorrei dimostrare come un pomeriggio perfettamente banale può trasformarsi in un vero incubo (o Soap Opera). Il progetto era semplice: far mangiare Gabriel, poi uscire di casa presto per far benzina, e poi portare Gabriel al play-group. Avevo programmato tutto alla perfezione. Avevo fatto a Gabriel uno dei suoi piatti preferiti del momento (pasta con le lenticchie) per garantire che il pranzo andasse liscio, ero anche riuscito a farmi una doccia la mattina presto, con Gabriel che continuava a infilare la testa dentro e fuori della cabina della doccia per assicurarsi che io fossi sempre lì (anche se mi puo' sentire, dal momento che sotto la doccia canto sempre...), ero perfino riuscito a riordinare la casa prima di sedermi per il pranzo. Ho pensato, "E' sempre un bordello trovare parcheggio in South Kensington nel primo pomeriggio, in questo modo ho il tempo per fermarmi a fare benzina e far avanzare un quarto d'ora per cercare parcheggio prima dell'inizio del play-group...". Ero cosi' compiaciuto delle mie capacita' organizzative multilivello. Ok, ok ... Smettetela di ridacchiare cinicamente.... E' quasi Natale! A meno che il Natale non vi faccia lo stesso effetto che fa a me. Ovviamente, se non avete bambini piccoli e state facendo tutto da soli, non potete capire il senso di 'realizzazione' che si può provare quando anche la più piccola cosa si risolve perfettamente quando ne avete più bisogno. Purtroppo pero', malgrado l'inizio positivo ed incoraggiante, quello si sarebbe rivelato un pomeriggio piuttosto accidentato. La prima parte del mio piano era andata bene, eravamo in macchina abbastanza presto, Gabriel si era addormentato quasi istantaneamente appena messo nel suo sedile. Stavano anche dando la mia canzone preferita alla radio "Want you to make me feel, like I'm the only girl in the world....", benedetta sia Rihanna e i suoi fianchi a tronco... Ha un viso splendido però, lo ammetto... Allora, eravamo per strada, Gabriel addormentato, con la bocca aperta, e io, che mi sbattevo nella musica come un epilettico. Una volta arrivati al distributore di benzina, mi sono assicurato che il piccolo mostro fosse davvero addormentato, ho preso il mio portafoglio, ho chiuso l'auto, ho fatto il pieno e mi sono avviato a pagare. Prima che mi chiamiate Britney, o qualcosa del genere, vorrei sottolineare che sì, ho lasciato Gabriel in macchina, ma il distributore di benzina che uso è molto piccolo, così posso monitorare costantemente mio figlio, anche mentre faccio la fila per pagare. Quel giorno sarebbe stato uguale, tranne che per una cosa: quando venne il mio turno, frugando nel portafogli scoprii che avevo dimenticato la carta di credito. Le altre quindici carte che avevo, non erano mai state usate prima e non ne avevo il codice PIN.
"Oh, merda!" Ho esclamato e la signora dietro di me tossi' in segno di disapprovazione."Che problema c'e' amico?" il ragazzo indiano alla cassa mi fa. "Oh cazzo ...... Non ci posso credere ..." Rispondo io e la signora dietro di me, ora positivamente alterata, prende a sbuffare in segno di protesta per il mio linguaggio colorito. "Non ho la mia carta!" Lo guardo io con aria assente. "Puoi farmi firmare se uso un altra delle mie carte? Non ho il codice PIN..." Chiedo al ragazzo."No, non si puo', devi avere un codice PIN", dice lui semplicemente, senza guardarmi. "Oh .... ma ... ma ... Puoi provare a passare questa carta e vedere cosa succede?" Dico io, con un tono implorante. "Quello che accadrà è che la macchina ti chiederà di digitare il codice PIN, tu non ce l'hai, e così dovrò annullare la transazione e far aspettare tutte queste persone nel frattempo..." Dice lui, indicando la fila dietro di me, dove la signora era stata affiancata da altre quattro persone. Tutti che guardavano l' orologio sul muro roteando gli occhi, chiedendosi quanto mi ci sarebbe voluto per andarmene. "In questo caso devo tornare a casa e prendere la mia carta.... Mi ci vorranno solo alcuni minuti..." Propongo io. "Bello, fai il serio... Perchè non vai al bancomat di fronte a ritirare del cash con cui pagare?" Suggerisce lui. Che volpe. "Perché avrei ancora bisogno di un cazzo di PIN code! E non ho ce l'ho!" quasi gli urlo. La signora dietro di me stava ancora schiarendosi la voce in segno di protesta e mi fa scattare:"Vuoi una mentina per quella gola?" Le dico, stizzito. Lei distoglie lo sguardo, arrossendo. Il tizio dietro il bancone pero' non aveva intenzione di collaborare: "Abbassa le penne! Sei in torto! Hai fatto il pieno e adesso non vuoi pagare!" mi grida in faccia, mentre la gente intorno a me mormora in accordo. "Cosa vuol dire che io non voglio .... Ok ... Bene ... Se la metti cosi', mi dispiace ..... Che cosa vuoi che io faccia, allora? Auto lavaggio fino a quando ho finalmente pagato i miei debiti?" ridacchio io
"Non apprezzo il tuo tono. Ti suggerisco di chiamare qualcuno che venga e pagare, altrimenti non puoi andare. Stai cercando di farmela sotto il naso. Ci sono gia' passato sai?". Conclude lui, respingendomi con un gesto della mano a voler dire 'spostati che ho altri clienti da servire'. Non credo che io sia mai arrossito così tanto nella mia vita. Il mio viso si era ridotto ad una tale sfumatura di porpora che neanche avessi sofferto ipotermia ...O un ictus. Afferro il cellulare e chiamo Steven. Lui era in Germania, bloccato in una riunione, così sapevo che non avrebbe risposto, a meno che non avessi usato il mio trucco 'speciale': se è urgente, chiama a raffica fino a che non risponde. Che genio eh? E infine mi risponde. "Che cosa sta succedendo? È tutto ok?" sussurrò al telefono: "Sono nel bel mezzo di una presentazione!"
"Io sono tenuto in ostaggio PRESSO LA STAZIONE DI BENZINA! Il tizio non mi lascia andare finche' non pago per la benzina e non ho la mia carta .... Pensavo di averla, ma non ce l'ho .... Cosa devo fare? " Gli vomito giu' per il telefono senza fermarmi a respirare.
"Che cazzo dici? Scherzi?"
"Beh .... Perché? Ovvio che no!!"
Steven radunò tutta la sua pazienza e rispose con calma: "Perche' non gli proponi di lasciargli la patente di guida come prova della tua buona fede, poi torni a casa, prendi la carta e lo vai a pagare...." conclude lui, in tono condiscendente. "Ma ci ho provato .... lui pero' ..." Provo a rispondere io, ma Steven bruscamente taglia la mia frase in mezzo: "Risolvi il problema! Devo andare!" e riattacca.
Grande! Ho pensato. Lo stronzo indiano crede che io sia un truffatore, mio marito pensa che io sia uno stronzo e tutto quello che volevo fare era fare il pieno.Torno timidamente dal cassiere: "Ok, ascolta, che ne dici se io ti lascio la mia patente di guida, mentre torno a casa? Potrebbe andare?" Suggerisco al tipo, sforzandomi per mantenere un tono paziente.
"Facciamo cosi': tu mi lasci il tuo portafogli e i documenti dell'auto, poi puoi andare a casa a prendere la carta" dice lui, poggiando le mani sul tavolo e sporgendosi in avanti verso di me, cercando di sembrare intimidatorio. Io neanche penso a protestare e gli consegno tutto, in cambio della mia libertà.Volevo solo scappare da tutti quegli sguardi. "Testa di cazzo ..." gli mormoro io con un sorriso entrando in macchina. Lui scuote la testa. Ok, ero di nuovo nella mia auto, Gabriel era ancora addormentato, avevo appena mancato l'appuntamento col play-group e stavo tornando a casa per prendere la carta.Vorrei precisare che, tipicamente, non sono una mammoletta.Voglio dire, una situazione come questa, mi avrebbe fatto ridere, prima di tutto, ma, forse a causa della mancanza di sonno che mio figlio mi impone recentemente, o forse perché sono generalmente esausto e subisco il lavaggio del cervello da parte di tutti i cartoni animati che sono costretto a guardare.... Insomma, ero un fascio di nervi a fior di pelle. Mi sono buttato nel traffico di Chelsea guidando come Barbie sotto acido, clacson a cannone, gesticolando e ripetendo a me stesso "Testa di cazzo.... Testa di cazzo... Testa di cazzo...".Arrivo a destinazione e inizio a rovistare in giro per casa, con una mano sola (Gabriel è tra le mie braccia, ancora addormentato!!!). "Testa di cazzo.... Testa di cazzo.... Testa di cazzo...". Finalmente recupero la carta da una tasca della giacca, riesco a mettere Gabriel nel suo sedile senza svegliarlo e mi rimetto sulla via del ritorno alla stazione di benzina in 5 minuti. Barbie sotto anfetamine. Signora Sfortuna pero' decide di trattenersi un po' più a lungo, come se volesse vedere quanti imprevisti avrei potuto gestire senza sbracarmi. Appena svoltato in Sloane Avenue, dove si trova il distributore di benzina, noto una macchina della polizia ferma sul lato della strada. Uno dei poliziotti era appoggiato sul cofano. Un'immagine insolita nel centro di Londra. Io rallento prontamente per evitare di essere fermato. Non ho patente, documenti... Niente! Il poliziotto si mette in mezzo alla corsia e mi fa segno di accostare. "Porca troia!" Sussurro, diventando viola ancora una volta.
Continua ...
Q


Ciao a tutti,
Sono sicuro che alcuni di voi di voi hanno subito del bullismo da adolescenti, in qualche forma e in una certa misura. Sono sicuro che ormai avete superato le lacrime e la vergogna e la rabbia che vi ha causato. Sono sicuro che avete perdonato coloro che vi hanno tormentato e reso la vostra vita una miseria. Sono sicuro che tutti voi siete in un posto molto migliore ora. Sono sicuro che tutti voi avete trovato l'amore e la felicità che sembrava così impossibile da raggiungere quando eravate spinti a terra.
Sono sicuro che la sofferenza ha contribuito a rendervi gli individui compassionevoli che siete oggi.
So che là fuori, un adolescente LGBTQ è disperato e vuole porre fine alla sua sofferenza. So che là fuori, un adolescente LGBTQ sente di non poter parlare con nessuno. So che là fuori, un adolescente LGBTQ preferisce morire piuttosto che vivere. Quell'adolescente potrebbe essere uno dei nostri figli.So che questo deve finire.
Grazie al Trevor Project
Q.
Nota: "LGBTQ" sta per Lesbian, Gay, Bisexual, Transgender, Questioning youth.

Hi all,


Ovviamente, col Natale alle porte, non potevo resistere alla tentazione di fare un po' di iconoclastia.

Of course, with Christmas approaching, I could not resist the temptation to indulge in a little iconoclasm.Not that I'm a pathological contrarian, but last Saturday, over a lovely lunch with some dear friends, I bashed my face against a rather interesting perspective.
Now, I do not mean that this is completely original, I may have discovered hot water all over again, but you know what? Someone would have had to discover hot water for the first time a long time ago, and maybe he/she (I am all for the equality of sexes and strongly believe that women are more intelligent than men…) smacked his/her hand on the forehead. Just like I did two days ago.
So, imagine two thousand and ten years ago: Year Zero.
Somewhere in the Middle East, among date palms and olive trees, it’s the midnight. Farm animals and men observe in silence the night sky dotted with stars, where one star, much bigger and brighter than the others, it’s just stopped after a long journey across the blue.It seems to be pointing at something.
On the horizon, fading like a watercolor, a jingle of bells announces the arrival of three men that came from far away. Three old men, imposing, their countenance royal, covered with precious fabrics and bearing of gifts. They ask around about a child, perhaps already born. They call him the king of kings. They’ve been traveling following the star that now seems to have stopped.
Ok, Ok .... Stop the tape ....
Nine months earlier, a young girl cannot sleep. It's a winter night, the full moon rolls slowly into the cold darkness of the night and the girl cannot sleep. Then she jumps up, alarmed by the sudden presence of a handsome young man in her room. Dressed in light, radiating glory from his face that says to her:
"You are the chosen one. You shall carry in your womb the Lord’s son....". The girl lowered her head respectfully, accepting her fate. She’ll be the mother of the Son of God.
Now, we Catholics call this event "Immaculate Conception", but in reality, if we skip, for once, the solemn and deliberately theatrical tone, we are talking about something that has more tongues wagging now than it had two thousand years ago: surrogacy! Jesus is the most famous baby born through surrogacy in history. A prophet that was conceived in a test tube without the tube (…but only God could do that ...).
I suppose that the fact that the girl was Mary and that the intended parent was God Himself gets some recriminating folks to close both eyes, including the pope. Obviously, the fact that our surrogate mother is an American woman of 30 and that we, a gay couple, are the intended parents, warrants the invitation from the church to the opening of every circle of hell.
But hey! Don’t forget that Jesus plays for our team! I mean, my son’s team. He was a surrogacy baby!
I can proudly say that my son too was born through Immaculate Conception, but I hope he will not try to save anyone from original sin 'cause it’s really not worth it. We never learn. Let everyone save their own butts.
Am I sinning of pride?
Q



This is one of my favourite cake recipes of all times! My little one loves it, cause it's spongy and sweet, but you know there is no crap inside cause you've made it.... Try it out!

Dovete sapere che c'è una fila di case popolari di fronte al retro della mia abitazione.
Non sono come i brutti alveari a cui siamo abituati, perennemente addobbati con mutandine jumbo-size e le canottiere del nonno, stese ad asciugare tutto l’anno ..... Questa è Chelsea per l'amor del cielo!
Sono abbastanza carine.
Ora, prima di iniziare ad accusarmi di essere uno snob o, peggio, lasciate che vi dica!
Quando sono arrivato a Londra 13 anni fa, e prima di fare fortuna grazie alla mia straordinaria bellezza (???), ho vissuto in una casa popolare, o ‘Tower Block’ nella zona est di Londra.
Per ben 4 anni!
Non c'è assolutamente niente di bello da poter dire di quegli edifici.
A parte il fatto che l'affitto era a buon mercato e che il mio appartamento al 21mo piano mi garantiva una splendida vista su tutta Londra e il Tamigi, il posto era costantemente profumato di curry e ‘ascelle cariche’.
Personalmente, non sono mai stato in grado di distinguere l’uno dall’altro odore.
Le scale, gli ascensori, la lobby .... Certi giorni arrivavo al lavoro con un odore addosso che neanche se mi fossi fatto il bagno in una vasca di ragu’.
Inoltre, il mio eau de toilette, non si e’ mai mescolato bene con le cipolle ....
Quindi posso dire quello che voglio perché io ci sono passato ok? Sono un sopravvissuto.
Beh, dicevo, c'è questa vecchia signora che vive dall'altra parte della strada in detta casa popolare, la si puo’ intravedere dietro alle tendine grigiastre di pizzo, perennemente in agguato, sempre all’erta, che sbircia fuori o rientrare a casa alle 7.00 del mattino da messa, vestita di tutto punto con guanti bianchi, borsetta e cappello.
Sta sempre in finestra a monitorare il viavai del quartiere e, quando ceniamo in terrazza, il giorno dopo lei può tranquillamente elencare tutte le portate, nell'ordine in cui sono state servite, il vino che abbiamo bevuto e l’ora a cui siamo andati a letto.
Tutto questo nonostante il fatto che la mia terrazza è al terzo piano mentre lei si trova al piano terra, e che quando ceniamo all'aperto, e’ sempre a lume di candela.
La tipa o possiede poteri soprannaturali o un paio di occhiali a raggi infrarossi e, conoscendo la persona, la seconda possibilita’ probabilmente non è così esagerata.
Sembra anche conoscere tanti dettagli di quello che facciamo durante il giorno, se abbiamo preso la macchina grande o quella piccola, con quanto shopping siamo tornati e così via.
Quando io e Gabriel siamo tornati in Italia per sei settimane questa estate, la signora ha anche avvicinato Steven chiedendogli se stava bene e come stava affrontando la separazione!! Non sto scherzando!
"Oh, mio caro .... Deve essere così terribile ...." si avventò su Steven alle sette e trenta del mattino, mentre lui era in rotta per l'ufficio
"Cosa?" risponde lui, corrugando la fronte
"Essere abbandonato dai tuoi ragazzi ... Hai tempo per una tazza di tè?" gli offre poi in un sussurro, accarezzando il suo braccio in modo paternalistico,
"Oh! Ah, sì, mi mancano un sacco .... Ma li raggiungo la prossima settimana!" Steven sorride
"Che cosa e perché? Hai voglia di una tazza di tè?" dice lei sgranando gli occhi
"Che cosa vuol dire perché?" Steven era perplesso, cercando ancora di ignorare il suo invito
"Stai andando a cercare di convincerlo a tornare? Suvvia, prendiamoci una tazza di tè ..." continua lei avvicinandosi
"Che cosa sta dicendo? Sono andati in vacanza .... E non ho tempo per il tè, grazie ... devo andare al lavoro adesso ...." e cosi’ dicendo, Steven se la scrolla di dosso e sale in macchina.
Ovviamente, questo non la convince affatto, e trascorre il resto dell'estate a chiedere in giro di noi, se qualcuno aveva sentito nulla, se avessi portato via il bambino .... Ci hanno anche detto che ha provato ripetutamente a bussare alla nostra porta di casa per vedere se eravamo tornati!
La donna è molto interessata….
Immaginate il nostro stupore quando, una volta tornati dopo 6 settimane, continuavamo ad imbatterci nei vicini preoccupati che ci chiedevano se stavamo bene, se stavamo cercando di far funzionare le cose ecc..
Ci credete?
Nemmeno io!
In un'altra occasione, la stessa signora ficcanaso mi ha raccontato di una sua vicina che le piace 'tenere d'occhio', perché soffre di una lieve forma di Alzheimer e vive da sola.
A quanto pare, dopo non averla vista ne’ sentita per due giorni, la mia vicina ha chiamato la polizia supplicando gli ufficiali di sfondare la porta per scoprire cosa era successo.
"Ti sto dicendo che sento l’odore… E non e’ fresco! FORZA GIOVANE!" Raccontava di aver gridato all'ufficiale riluttante.
“Se non entriamo adesso, in una settimana sara’ la poveraccia ad uscire… Da sotto la porta!”
Ovviamente il povero uomo aveva insistito sul fatto che, solo perché non aveva visto la vicina in due giorni, non vuol dire che la poveraccia fosse appesa al soffitto in vestaglia, giusto?
Ma lei ha insistito e, dopo aver sfondato la porta, hanno trovato la povera vecchia signora mezza nuda, in stato di shock, coperta di lividi e di ogni tipo di escrezione corporea.
Era caduta dalle scale, si era rotta il bacino e la spalla ed era così debole e disidratata che non poteva nemmeno muoversi.
Era sul pavimento da due giorni.
Vedi? L’essere ficcanaso salva la vita.
"Oh mio Dio! Poteva essere morta!" esclamo sgranando gli occhi
"Oh no mio caro ..." mi risponde lei in tono risoluto "La vecchia scopa è così testarda che non sarebbe davvero andata ad ingrassare i cavoli cosi’ facilmente…." conclude ridendo.
Devo ammettere, la prodezza della mia vicina non era del tutto sgradevole. L'ho trovata divertente e, in un modo strano, quasi confortante.
Mi spiego.
Sono cresciuto tra le colline della campagna romana, in un villaggio che conta (compresi cani, gatti e animali da cortile) quasi 7000 anime, anime che si conoscono tutte benissimo tra di loro. Sanno tutto di tutti, chi fa cosa, chi se la fa con chi e chi non se lo fa nessuno….
Ho insistito su questo punto gia’ abbastanza in vecchi post. Lo so, smettetela di sbadigliare.
La cosa un tempo mi dava fastidio, ma devo dire che, sapere che i miei genitori anziani vivono là, circondati da gente che li conosce da una vita e che sa tutto di loro, è una sensazione rassicurante. So che sono protetti.
Esempio: mia mamma ha bisogno di fare la spesa, ma papà e la sua vecchia auto (una Fiat 500 che tiene l’anima coi denti…) non si vedono ancora, che problema c’e’? Lei va a piedi, perché tanto sa che qualcuno che le darà un passaggio lo incontra.
Astenetevi dal pensiero di mia mamma come un autostoppista scavezzacollo.
E’ una donna rispettabile! Si imbattera’ comunque in un "Tal dei Tali", che la conosce e che sarà lieto di dare a lei ed al suo carico un passaggio.
Qui a Londra non accadrebbe mai! Ma credo che in ogni grande città sia la stessa cosa.
Così, quando succede una cosa del genere, quando qualche vicino oltraggiosamente ficcanaso cerca di farsi I fatti miei, mi fa sentire come se io non fossi trasparente, e la gente veramente nota quello che sta succedendo nella mia vita.
Da quando abbiamo avuto Gabriel, mi trovo ad essere paranoico su cose a cui non ho mai nemmeno pensato prima. Una di queste cose è la mia paura di morire.
Beh, non la paura della morte stessa, anche se, ora che finalmente riesco di nuovo ad entrare nei miei jeans taglia 30, morire sarebbe uno spreco, bensi’ la paura di ciò che potrebbe succedere al mio piccolo.
Il mio compagno Steven viaggia molto per lavoro, lui è il nostro super eroe ed e’ un papà ed un marito molto devoto, ciononostante, io e Gabriel passiamo un sacco di tempo da soli e qualche volta non posso fare a meno di pensare a ciò che potrebbe accadere se dovesse 'prendermi un colpo', forse nel sonno, o magari mentre cucino il pranzo di Gabriel ....
Chi verrebbe a buttare giu’ la mia porta? Chi verrebbe a salvare mio figlio?
Mi troverebbero sul serio mezzo mangiato dai miei gatti con mio figlio in uno stato di shock e denutrizione?
(Che poi mi ci rode pensare che nella tragedia I miei gatti si riempiono la pancia e mio figlio no…. Mmhh, terro’ I gatti sotto chiave, per precauzione….)
Mamma mi dice che se inizio a pensare a tutte le cose che possono andare male, alla fine mi tiro pazzo.
Dice anche che alla gente non gli ‘prende un colpo’ cosi’, come niente fosse, e che io ho solo 35 anni (... ma guarda Steven Gately poveretto... Riposa in pace...).
So che ha ragione, eppure, non sono in grado di mettere insieme un buon piano di emergenza in grado di coprire questa eventualità cosi’ spiacevole.
Forse ho solo bisogno di stringere le chiappe sperare che non accada mai.
In qualche modo, cercare di insegnare a Gabriel a comporre il numero di emergenza 999 a 17 mesi sembra fuori luogo, allora che faccio?
Beh, cerco di ignorare il problema.
Esco con mio figlio, per quanto possibile, prendiamo lezioni di ‘primi passi’ insieme, socializziamo con altri detenuti
( oops…intendevo dire con altri genitori che stanno a casa...) e cerco di incoraggiare lo sviluppo di buone relazioni di vicinato.
Io cerco di rimanere in buoni termini con i piu’ ficcanaso di loro e di soddisfare la loro curiosita’ con la banale semplicita’ della mia vita.
So che può sembrare tutto come un delirio paranoico, ma forse sono proprio come qualsiasi altro genitore che, per cause puramente logistiche, non può contare su un affidabile sostegno della famiglia immediata ed a volte entra nel panico, cercando di trovare un piano d'emergenza.
La linea di fondo è, nessun uomo e, più sicuramente, nessuna famiglia è un'isola. Non può essere.
Quindi, Dio benedica i miei vicini ficcanaso che sfondano le porte solo per assicurarsi che sei ok, benedica mia cognata per essere pronta a guidare per ore come una maniaca attraverso tutta Londra ogni volta che ho bisogno di lei e che benedica i miei nuovi amici e i loro pargoletti urlanti, perché sono sempre lì a ricordarmi che, anche con 4 ore di sonno per notte e con una faccia da Dario Argento, non sono solo…
Benedicili soprattutto perché confermano che, anche quando si passano i 35 anni, si e’ sempre impegnati, si va di corsa e a volte non c’e’ proprio la voglia di socializzare, è ancora possibile trovare persone nuove con cui si ha molto in comune, anche se è solo la paura e la paranoia di cui ci vergognamo di parlare.
Q